“Italia per la maggiore, in quanto il caro costi volo ha penalizzato significativamente l’estero. Sicilia, Toscana e Lazio in testa, a seguire Puglia e Lombardia, Veneto e Campania. Il soggiorno medio è di 4 giorni 3 notti. Il mezzo di trasporto più utilizzato è il bus turistico, ma in grande crescita il treno con opportunità interessanti. Le sistemazioni alberghiere maggiormente utilizzate sono strutture 3 stelle, ma in alcune casistiche anche 4 stelle. Si cerca la struttura fuori dal centro e villaggi in zone marine per contenere il budget”. Sono questi i viaggi d’istruzione oggi. A fotografarli è Gabriele Milani, direttore nazionale Fto.
In linea il trend delle prenotazioni registrato da Assoviaggi, che sono “principalmente in Italia, con la Toscana in testa”, attesta Dino De Santo, responsabile turismo scolastico Assoviaggi. L’aumento dei costi “ha ridotto notevolmente i viaggi all’estero: tra le poche segnalazioni compaiono la Grecia e le crociere”.
Richieste spesso farraginose
Tra le difficoltà che incontrano gli agenti di viaggi, c’è anche quella “di gestire le richieste degli istituti scolastici, spesso farraginose, che entrano in conflitto con le esigenze degli alberghi: fondamentale, in questa direzione, sarà definire un nuovo patto tra gli attori del settore per snellire le procedure”, ribadisce De Santo.
Secondo Giuseppe Ciminnisi, presidente di Fiavet, “bisognerebbe intervenire anche sulle mete”, in quanto “spesso i ragazzi vengono portati all’estero fin dai primi anni di scuola e non conoscono il loro Paese. Si potrebbe iniziare da luoghi che sono anche attinenti ai programmi scolastici, sia a livello scolastico sia geografico, partendo dal loro territorio, poi dalle epoche che studiano come dalla Roma Imperiale, alla Firenze Rinascimentale e così via. Gli indirizzi specifici dovrebbero seguire i programmi e il territorio”, il suo suggerimento.
Il presidente Fiavet osserva anche che, a causa dei costi, “sono cambiate le durate dei soggiorni, decisamente più brevi per avere pacchetti più accessibili per tutte le famiglie, perché il viaggio di istruzione deve essere visto come il completamento della crescita culturale dei propri figli”.
L’impatto della riduzione del budget
L’aumento dei costi è uno degli elementi fortemente impattanti sulla domanda, ma che effetti stanno sortendo lo stato di incertezza generale, la riduzione del budget delle famiglie e il caos passaporti? De Santo conferma che l’incertezza dovuta “all’attuale congiuntura economica, alle tensioni internazionali ed al caos passaporti hanno inciso ed incidono consistentemente sulla domanda per i viaggi di istruzione: registriamo riduzioni del numero di partecipanti nelle classi scolastiche e questo rappresenta una perdita, innanzitutto, in termini sociali poiché si tratta di importanti occasioni di apprendimento e di crescita umana”.
Per quanto riguarda le agenzie di viaggi, De Santo osserva che, “nonostante si riducano i margini di profitto non si riescono a contenere gli aumenti dei costi, fortemente in aumento rispetto allo scorso anno, dei trasporti, dei pernottamenti, di tutti i servizi sia in Italia sia all’estero”.
Milani porta ad osservare che “i viaggi d’istruzione nel 95% dei casi sono in Europa e quindi il problema passaporti è stato meno impattante. Pesano sicuramente di più la riduzione del budget delle famiglie e la mancanza di personale nelle strutture alberghiere e di autisti, complice anche la forte concentrazione dei viaggi di istruzione nel periodo marzo – maggio che sarebbe da ampliare”.
Il tema docenti e incentivi
Tra le altre problematiche evidenziate è stata registrata “una maggiore difficolta da parte degli istituti più grandi ad organizzare i viaggi, non avendo sempre docenti disponibili per i quali andrebbero individuati sistemi premianti – osserva Milani -. Si sono verificati alcuni casi in cui procedure di gara iniziate a dicembre facessero sì che a febbraio preventivi e proposte presentate non fossero più realizzabili. Di recente il ministro Valditara, nel sottolineare come i viaggi di istruzione siano esperienze formative fondamentali, ha annunciato lo stanziamento di 50 milioni per aiutare anche le famiglie numerose o meno abbienti. Riteniamo che un bonus per i viaggi di istruzione, erogato sulla base del reddito delle famiglie, possa essere un valido strumento di supporto”.
Secondo Fto sarebbe anche utile intervenire “tramite il Programma Operativo Nazionale (Pon) del ministero dell’Istruzione, per il quale sono state stanziate ingenti risorse economiche, per definire percorsi formativi nell’ottica di recupero delle risorse che mancano al nostro settore”.
A detta di Ciminnisi, però, “potrebbe non essere risolutiva la soluzione di mettere a disposizione un budget degli studenti. Dovrebbe essere accompagnata da una riforma strutturale della gestione del sistema di affidamento del viaggio di istruzione, in cui sia anche rivisto il ruolo degli insegnanti accompagnatori, in virtù della loro responsabilità e in considerazione della scarsa attitudine alla vita sociale degli alunni che per la prima volta si trovano fuori casa. Il viaggio di istruzione è un momento di crescita per gli studenti – dice il presidente – e il ruolo degli insegnanti deve mirare al completamento della formazione del programma scolastico che è il fine principale del viaggio di istruzione”.
Il tema dei pullman
Quanto al caos passaporti, Ciminnisi osserva che “sembra avviarsi verso una soluzione, almeno speriamo, perché ha causato non pochi problemi al settore, con ovvie ripercussioni economiche per la soppressione di viaggi prenotati. I costi del pacchetto sono inevitabilmente aumentati perché tutto è aumentato: dai trasporti, alle guide, ai costi di accesso dei pullman in città. Si potrebbe sicuramente intervenire dove possibile, magari salvaguardando il comparto attraverso l’accesso gratuito dei pullman degli studenti, o aiutandoli nell’agevolazione all’ingresso in tutti i luoghi favorevoli alla conoscenza e alla crescita culturale degli alunni (musei, siti archeologici)”, suggerisce il presidente di Fiavet.
Articolo da guidaviaggi.it