Caso Sicilia, turismo ko tra incendi e malagestione

Caso Sicilia, turismo ko tra incendi e malagestione

Divampa, è proprio il caso di dire, la polemica nella filiera turistica in Sicilia, a seguito degli incendi che hanno paralizzato lo scalo di Catania e hanno penalizzato per qualche ora anche l’aeroporto di Palermo: gli operatori, agenzie di viaggi in primis, denunciano una scarsa informazione che li penalizza nel gestire il movimento dei loro clienti, mentre i gestori aeroportuali si difendono evidenziando il fatto che si tratta di strutture che stanno operando al massimo della loro capacità e non possono certo sostenere volumi aggiuntivi di traffico e movimento passeggeri.

Fatto sta che questa critica situazione si riverbera ripercuote sulla pianificazione dei viaggi e vacanze, come ha avuto modo di sottolineare il presidente di Assoturismo, Vittorio Messina, che ha già tracciato un crollo previsionale del 25% nelle prenotazioni su Catania per l’incertezza sull’operatività dello scalo Fontanarossa e una pioggia di cancellazioni dall’estero ancora non quantificabile, ma certamente importante, come ha dichiarato a un quotidiano locale: «Molti turisti non si fidano più e, in assenza di una data certa sulla completa riapertura dello scalo, cancellano e rinunciano alla vacanza in Sicilia».

Molto circostanziato anche lo scenario operativo tracciato da Annamaria Ulisse  della Ulisse Tour Operator di Palermo e presidente di Assoviaggi Sicilia, che osserva: «Sia per Palermo che per Catania siamo di fronte a una situazione in continua evoluzione: di certo siamo in piena emergenza e il vero problema è la scarsa informazione che riceviamo, nonostante il fatto di essere gli attori della filiera chiamati a dover poi gestire e proteggere i turisti che arrivano o che partono. C’è una speculazione anche tra alcuni fornitori di bus per i transfer che hanno raddoppiato le tariffe del servizio di trasferimento tra gli aeroporti siciliani, passando da 350 a 700 euro. Tutti costi che si sobbarcano operatori e agenzie, senza alcuna certezza di rimborsi o risarcimenti».

«Senza considerare, poi – prosegue – che ci sono situazioni-limite di clienti che, ancora in volo, si vedono cambiare la destinazione di arrivo e noi che inizialmente avevamo provveduto ad assicurargli il transfer nell’aeroporto indicato prima del decollo, veniamo avvisati all’ultimo che quei clienti atterreranno in un altro scalo. Ciò significa pagare a vuoto un servizio e sperare di trovare un nuovo transfer all’ultimo momento. Non si può operare così. In queste situazioni di emergenza sarebbe auspicabile una task force che coinvolga tutti gli attori della filiera, dai gestori aeroportuali alle agenzie di viaggi, per garantire un efficiente pianificazione delle riprotezioni».

Altro problema è la ricettività d’emergenza, come spiega sempre Annamaria Ulisse: «Ci sono albergatori che sulla carta hanno la struttura piena di clienti, che in realtà poi non riescono ad atterrare a Catania e quindi non possono mettere a disposizione delle agenzie di viaggi che ne fanno richiesta delle camere per nostri clienti che, al contrario, da Catania non sono riusciti a partire. A tutto questo si aggiungono le legittime lamentele dei viaggiatori che si sentono abbandonati. Ma in realtà si tratta di situazioni davvero estreme, che andrebbero gestite meglio, con un coordinamento tempestivo di tutti i soggetti coinvolti, pianificando dei piani di riprotezione».

Intanto, di ora in ora si aggrava la situazione in Sicilia. L’autostrada A19 è provvisoriamente chiusa tra Villabate e Palermo, in direzione del capoluogo, per un incendio. Anche nel messinese, per lo stesso motivo, sono off limits alcune strade. Le fiamme sono divampate anche nel parco archeologico di Segesta, avvolgendo il tempio dorico e distruggendo il punto ristoro. Tra Acireale e Riposto, nel catanese, evacuato un resort lambito da un incendio. A Palermo, invece, è stato evacuato un padiglione dell’ospedale Cervello.

Stralcio da https://www.lagenziadiviaggimag.it/

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