Fiducia: Confesercenti, inflazione, caro energia ed incertezza pesano su bilanci famiglie

Fiducia: Confesercenti, inflazione, caro energia ed incertezza pesano su bilanci famiglie

Indispensabile intervenire con sostegni potere acquisto a partire da pressione fiscale

Inflazione, caro energia ed incertezza pesano sui bilanci delle famiglie: come certifica Istat, infatti, a gennaio l’indice di fiducia dei consumatori torna a peggiorare, con un nuovo calo di 1,6 punti dopo due mesi consecutivi di crescita, con le valutazioni negative concentrate soprattutto sulla situazione personale.

Così Confesercenti, in una nota.

Per quanto riguarda le imprese, invece, si registra una situazione sostanzialmente positiva ed in lieve crescita per il terzo mese consecutivo, collocando l’indice un po’ al di sopra della media del 2022 ma allo stesso livello di dodici mesi fa ed 8 punti in meno rispetto al picco di settembre 2021.

Mentre la stagione dei saldi invernali, iniziata nel mese gennaio, ha inciso positivamente sulle imprese del piccolo commercio al dettaglio: le attività di vicinato continuano a rimanere in testa alle preferenze dei consumatori.

Le prospettive per l’anno in corso restano, dunque, incerte e il dato sui consumatori evidenzia ancora una certa ‘resistenza’ da parte delle famiglie. Nel 2022, infatti, secondo nostri dati, le famiglie italiane sono state costrette a bruciare ben 41,5 miliardi dei propri risparmi nel tentativo di conservare il tenore di vita.

Una condizione che pesa soprattutto sulle famiglie meno abbienti – circa 10,5 milioni di nuclei familiari – per le quali i costi fissi varranno quest’anno circa la metà dell’intera spesa mensile (il 49%), riducendo ancora di più lo spazio per le altre spese.

Ma anche per le famiglie con un reddito medio la quota di bilancio assorbita da bollette e spese per la casa passa dal 35% del 2019 al 45% stimato per quest’anno, mentre la spesa per alimentari e bevande si riduce dal 25 al 23%, e quella da dedicare ad altre spese subisce un vero e proprio crollo, scendendo dal 40% al 32%.

Con un’inflazione che arriverà a sfiorare il 6%, portando così al +14,1% l’aumento dei prezzi nel biennio 2022-23, bisogna scongiurare la frenata dei consumi che avrebbe pesanti conseguenze sulla crescita del Paese. Per questo da parte del Governo è indispensabile intervenire con tutti i sostegni possibili a favore del potere d’acquisto delle famiglie e dei consumi, a partire da una riduzione generale e sostanziale della pressione fiscale.

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