Un grosso favore alle compagnie aeree. Così viene letta e giudicata la riforma della Risoluzione Ue 261/2004 sui diritti dei passeggeri, che sta animando il dibattitto di questi ultimi giorni, con reazioni dalla filiera del turismo organizzato.
Di fatto nei nostri cieli le aerolinee potranno far aspettare i passeggeri un’ora in più: in assenza di circostanze eccezionali come il maltempo, ben quattro ore, senza risarcire nemmeno un euro. Questo è uno dei passaggi chiave della proposta vagliata dal Consiglio dei Trasporti dell’Unione Europea che, se approvata in Parlamento, diventerà legge.
Tra le prime voci che si sono levate quella dei rappresentanti di associazioni e società che operano per tutelare i consumatori. Una su tutte, ItaliaRimborso, claim company italiana di spicco nel settore dell’assistenza ai passeggeri in caso di disservizi resi da compagnie aeree, che ha scritto, tramite il proprio legale, ai 76 eurodeputati italiani: «L’esperienza maturata – sottolinea il ceo Felice D’Angelo – con oltre 100mila passeggeri assistiti nell’ultimo triennio, mi consente di affermare come il consumatore subisca un ulteriore aggravio della sua posizione economica a beneficio esclusivo della società aeree».
«Nello specifico – continua D’Angelo – il diritto alla compensazione pecuniaria, in caso di ritardo, deve essere necessariamente mantenuto a 3 ore rispetto all’ora prevista di arrivo a destinazione, mentre, l’aumento della compensazione deve essere di almeno 100 euro. Risulta dannoso per il consumatore un aumento di 50 euro dopo oltre venti anni. Pur volendo tenere in considerazione quale parametro di rivalutazione economica l’indice Istat per prezzi al consumo per le famiglie, la somma non può essere inferiore a 350 euro. Adesso maggioranza e opposizione sono chiamate a dare una risposta concreta. Milioni di passeggeri rischiano di dover aspettare quattro ore senza ricevere neppure un euro».
Commenti e osservazioni anche dalle associazioni di categoria delle imprese di viaggi, a partire da Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi, che ci ha risposto: «Per prima cosa, mi auguro che la commissione Ue e il Parlamento europeo abbiano la stessa attenzione mostrata verso le compagnie aeree anche nei confronti delle imprese del turismo organizzato riguardo alla riforma della Direttiva Pacchetti, dove lì davvero ci giochiamo tutti il nostro futuro. Il trattamento di riguardo per i vettori con la riforma della Risoluzione 261 è infatti lampante, senza considerare che sono proprio loro ad aver causato, negli ultimi 10 anni, i maggiori problemi».
«In questa riforma – prosegue Rebecchi – la Commissione Ue è arrivata a un compromesso tra la tutela del consumatore e il trasporto aereo. Ma a Bruxelles hanno dimenticato che spesso le aerolinee generano ritardi perché vendono soluzioni di volo sostanzialmente impossibili da rispettare. Ad esempio, quando un vettore mette in vendita un biglietto Roma-New York via Francoforte, assicurando una connessione entro i 50 minuti, tutti sanno che in quel lasso di tempo è impossibile prendere una coincidenza nello scalo tedesco. Senza considerare che basta un ritardo di 15 minuti al decollo da Roma per compromettere la coincidenza».
«È una brutta abitudine delle compagnie aeree – conclude Rebecchi – garantire coincidenze di cui invece il passeggero non potrà usufruire. Del resto il proliferare di società che offrono consulenze e tutele ai passeggeri per assicurare loro le giuste compensazioni, dimostra quanto sia enorme il fenomeno dei disservizi. Ci sono poi aspetti che sulla carta sembrano molto positivi come gli indennizzi fino al 400% rispetto al costo del biglietto, ma credo che sia una norma dissuasoria, difficilmente applicabile. Una cosa positiva della riforma è che se il vettore non ha soluzioni alternative, viene data facoltà al passeggero di acquistare un altro biglietto e farsi rimborsare sia quello non utilizzato che il nuovo documento di viaggio».
Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente di Fiavet, Giuseppe Ciminnisi: «Sembra che l’Europa stia tenendo un approccio diverso tra la revisione della normativa sul trasporto aereo e quella della normativa Pacchetti Turistici, soprattutto se lo scopo è quello di garantire il consumatore. Fiavet si augura lo stesso trattamento quando sarà in discussione la normativa pacchetti, con l’accoglienza delle richieste dell’industria dei viaggi organizzati, così come sono state accolte le richieste dell’industria del trasporto aereo in questa occasione».
«L’allungamento dei termini per il riconoscimento della compensazione pecuniaria previsto nella normativa sul trasporto aereo è ormai un fatto – nota Ciminnisi – Ci auguriamo che gli organizzatori dei viaggi siano esentati da obblighi di compensazione e responsabilità in caso di ritardi dei voli, quando il trasporto aereo si trova all’interno di un pacchetto turistico. Bisognerebbe coordinare la normativa sul trasporto aereo con quella sui pacchetti turistici, adottando gli stessi regimi di responsabilità e di tutela nei confronti dei consumatori per evitare corti circuiti e discriminazioni di una parte dell’industria turistica».
Insomma, luci e ombre sulla riforma. Interviene anche Fulvio Avataneo, presidente di Aiav: «Questa riforma mi lascia piuttosto perplesso perché seppur d’accordo sulla necessità di cambiare e rinnovare norme vecchie, su alcuni punti non c’è stata chiarezza. Ad esempio le soluzioni alternative che può trovare il cliente-passeggero: a quali compagnie di trasporto ci si riferisce? Quali sono i casi eccezionali contemplati nella norma? E perché dare un maggiore lasso di tempo nei ritardi aerei?».
E ancora: «Le alternative che si propongono ai passeggeri possono riguardare anche altri mezzi di trasporto? E se sì, nel caso un passeggero debba raggiungere Catania da Roma e gli venga proposta l’alternativa di un pullman: se lo rifiuta perde ogni diritto e rivalsa? In questa riforma credo che gli svantaggi per i consumatori siano palesi, tanto quanto sono evidenti i favori fatti alle compagnie aeree. Ma perché non c’è traccia di quel Fondo di Garanzia che la filiera richiede da anni a carico dei vettori per avere coperture in caso di loro fallimenti o insolvenze? Credo che la pressione della lobby delle aerolinee non possa prevalere sui diritti dei passeggeri».
Molto articolato il commento di Gabriele Milani, direttore di Fto: «Credo che ora andrebbero armonizzate direttive e regolamenti come il 261, la direttiva Pacchetti turistici e quella sui viaggi multimodali, per evitare incoerenze e asimmetrie normative. Il settore viaggi è complesso e il legislatore europeo non sempre riesce ad approcciarlo in modo armonico. Paradossalmente abbiamo un cliente ipertutelato nel caso di viaggi organizzati da un’agenzia e molto meno per acquisti di servizi singoli. Perché per il turismo organizzato è prevista la protezione insolvenza e per i vettori aerei no?».
«Infine un sistema di regole è inefficace senza un modello di vigilanza adeguato. Come far rispettare una babele di norme se non si prevede obbligo per i vettori aerei di avere una pec o l’impossibilità di prevedere clausole contrattuali che rimandano alla giurisdizione del Paese di appartenenza? Dunque, servono norme che diano più chiarezza, perché le agenzie di viaggi non dovrebbero farsi carico di incombenze come assistenza o riprotezione in situazioni in cui questi doveri dovrebbero far capo alle compagnie aeree. Dunque, auspichiamo che una revisione porti un quadro regolamentare più armonico e trasparente, meno farraginoso e capace di sostenere uno sviluppo equilibrato del comparto turistico».
Come sempre esplicita Enrica Montanucci, presidente di Maavi: «Sono convinta che si stia gestendo questa situazione con troppa leggerezza. Ancora una volta si dimostra che la tutela del consumatore è pura fuffa e che invece per certi versi si stanno facendo gli interessi delle compagnie aeree. Bellissime le proposte di rimborsare i no show e via dicendo, bella l’idea della comunicazione, ma di fatto l’unica cosa concreta è la diminuzione dei rimborsi sui ritardi».
Morale? «Stiamo lavorando con contatti quasi quotidiani con i parlamentari eu per tutti gli altri temi ancora non definiti della legge sui pacchetti di viaggio. Mi auguro solo che, ancora una volta, non prevarranno le lobby delle compagnie presenti quotidianamente al Parlamento europeo con pressioni costanti sulle Commissioni varie e che tutto venga spacciato per “tutela del consumatore”. Dovremmo iniziare a fare tanto rumore, come ho proposto a tutte le altre associazioni. Perché, ahimè, l’unica forma di attenzione oggi è quella».
Stralcio da https://www.lagenziadiviaggimag.it/