Il percorso di rimborso o riutilizzo del voucher ha preso una direzione positiva da quando sono state tolte le restrizioni ai #viaggi rispetto all’anno scorso, le opportunità di viaggio sono aumentate e quindi anche le occasioni di utilizzo. “Il percorso è iniziato, tante adv stanno stimolando i clienti in possesso del voucher ad utilizzarlo – osserva Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi -. Certo, c’è da dire che, le possibilità variano sulla base del tipo di voucher. Cioè il soggetto che lo ha emesso determina molto il riutilizzo. Se l’operatore ha una serie di prodotti ed un cassetto pieno permette una scelta ampia e stimolante”.
Il tema della cessione
Parlare di voucher vuol dire soffermarsi su una serie di argomentazioni ad esso correlate, per esempio quello della cessione del voucher alla adv. Quest’ultima, se può, lo cede ad una altra persona che ha intenzione di partire. In questo meccanismo il cliente che cede il voucher firma la cessione alla adv e il fornitore riconosce il voucher al nuovo cliente. Chi lo ha ceduto ottiene il rimborso. Inutile dire che il fornitore deve essere il medesimo.
Questa prassi “ha portato notevoli vantaggi – commenta Rebecchi -. A mio avviso sul problema dei voucher avremo una fotografia più reale ad estate inoltrata. Sono convinto che, essendoci questa formula e se non ci saranno ulteriori sconquassi, saranno utilizzati e non arriveranno a completa scadenza”, dice il presidente della associazione di categoria, mostrando un certo ottimismo in merito. A dare man forte è la ripresa in atto, grazie alla quale “si auspica uno smaltimento dei voucher importante. Nel settore del turismo organizzato si è trovata la direzione giusta”, afferma convinto.
La portata economica
A quanto si apprende resta difficile valutare quanti voucher siano stati emessi. Un dato però lo si conosce, a quanto afferma Rebecchi, sul fronte del turismo organizzato, si parla di circa 500 milioni euro di voucher a febbraio-marzo 2020. “Una buona parte è stata riconvertita, usata o rimborsata”. Ovviamente poi ci sono i voucher emessi dagli albergatori o dai vettori, che non sono stati stimati in questa cifra.
Da marzo 2020
Come si sa lo strumento dei voucher è stato introdotto dal nostro governo a marzo del 2020. L’Italia è stata pioniera in tal senso. E’ stato un iter che ha vissuto diverse fasi, ha scatenato dissapori tra i consumatori, ma ha dato ossigeno al comparto. E’ stato oggetto anche di proroghe in merito alla sua durata. Per esempio prima della scadenza l’esecutivo ha introdotto delle varianti, l’ultima risale al decreto Milleproroghe che ha esteso da 24 a 30 mesi dalla data di emissione il periodo di validità del voucher turismo.
Legato ai voucher c’è anche il tema della tutela. Infatti, in risposta alla richiesta di maggiori garanzie da parte della Commissione europea, nel caso in cui il soggetto che ha emesso il voucher fallisca, lo Stato ha istituito un fondo voucher fallimenti di 1 milione di euro di capienza. In questo modo il viaggiatore può rivolgersi allo Stato nel caso in cui il fornitore che ha emesso il voucher è fallito.
“Oggi un voucher ha mille modi per essere riconvertito, utilizzato e garantito dallo Stato se fallisce il soggetto che lo ha emesso, è uno strumento molto flessibile”, commenta Rebecchi.
Il mancato rimborso dai corrispondenti esteri
Un tema caldo che riguarda le adv è il fatto che in molte “abbiano perso i soldi dei corrispondenti all’estero. E’ facile comprendere che, se l’adv o il t.o. non ricevono i rimborsi dai corrispondenti locali, sono a loro volta impossibilitati a rimborsare i clienti”. In tutto ciò Assoviaggi fa presente che è stato chiesto, per venire in soccorso delle imprese in caso di rimborso ai clienti, “di istituire una garanzia statale in modo che il soggetto adv possa chiedere alla banca la cifra pari all’ammontare del voucher da rimborsare, cifra che potrà restituire in dieci anni”. Peccato che questo sistema non sia stato introdotto dal governo. Secondo Rebecchi, “forse è l’unico sistema che possa concludere il tema voucher”.
Estratto da GuidaViaggi.it