Negli ultimi mesi del 2023 le agenzie di viaggio e i tour operator hanno registrato un certo rallentamento delle prenotazioni, con la clientela condizionata dall’aumento delle tariffe, dai timori per la guerra in Israele e dalle rinunce a viaggiare verso le destinazioni del Medio Oriente.
Tuttavia, come certificano dai dati raccolti dal CST Centro Studi Turistici di Firenze per Assoviaggi Confesercenti, nel complesso l’anno appena concluso ha fatto registrare una ripresa del volume di attività, confermata da 6 imprese su 10, che hanno attestato una certa corrispondenza tra le attese di inizio anno e il volume di vendite affettivamente realizzato. In termini di fatturato, invece, la stima del CST segna 11,7 miliardi, cioè un valore abbastanza vicino al pre-pandemia, anche se non ancora sufficiente a eguagliare il dato del 2019.
“Sono tre i fattori principali che influenzeranno il turismo organizzato nel 2024: l’inflazione e l’atteso calo dei tassi BCE, la situazione geopolitica internazionale, la revisione della cosiddetta Direttiva Pacchetti”, spiega il presidente di Assoviaggi Gianni Rebecchi.
“Nel 2023 l’inflazione e l’aumento dei tassi da parte della BCE hanno sostanzialmente fermato gli investimenti e rallentato la spesa e i consumi delle famiglie italiane. Questo, unitamente all’aumento del costo di alcuni servizi turistici, soprattutto voli, trasporti in generale e ricettività, ha portato ad una flessione della domanda nel turismo organizzato per alcuni segmenti di viaggiatori, attenti alla spesa.
Il 2024 è l’anno dell’annunciato calo dei tassi BCE e dell’assestamento dell’inflazione, due punti molto
rilevanti per il settore”, le parole di Rebecchi.
Altro capitolo importante è dato dai conflitti in corso, soprattutto nell’area mediorientale.
“La situazione geopolitica da ottobre ha determinato un rallentamento, cancellazioni e mancate prenotazioni per destinazioni che fino a quel momento avevano il trend di crescita più alto. Si vedano mete
come la Giordania e soprattutto l’Egitto, prodotto best seller in grado di soddisfare un segmento di
viaggiatori per l’ottimo rapporto qualità/prezzo. I media parlano spesso di tensioni nel Mar Rosso e
questo incide inevitabilmente sul nostro settore, nonostante la distanza notevole tra le aree di tensione e alcune destinazioni di vacanza che hanno subito un calo di richieste. C’è ovviamente anche il
timore dell’ampliamento del conflitto. Tuttavia, ad oggi, i viaggiatori stanno scegliendo altre mete rispetto a quelle mediorientali. Penso – continua il presidente di Assoviaggi – che il mercato sarà in grado di assorbire le problematiche grazie ad una ricollocazione dei viaggiatori su altre destinazioni”.
E infine la revisione della Direttiva Pacchetti che potrebbe avere ripercussioni negative sulle imprese
del turismo organizzato.
“Come Assoviaggi abbiamo più volte commentato in maniera negativa, anche in audizioni ufficiali, la
revisione, così come impostata, della direttiva europea 2302/2015. Ci preoccupa molto l’inasprimento degli obblighi a carico delle imprese del turismo organizzato, e non di altri soggetti della filiera. Se fosse approvato il testo attuale, senza i correttivi proposti da tutte le associazioni di categoria anche a livello europeo, la revisione non sarebbe
equilibrata, generando concorrenza sleale, oneri eccessivi e garanzie insostenibili per il turismo organizzato. Ad esempio, noi siamo chiamati ad avere un fondo di garanzia nei confronti dei consumatori in caso di insolvenza o fallimento, altri attori della filiera, ad esempio le compagnie aeree, non hanno questo obbligo, elemento che ha determinato in passato situazioni che hanno danneggiato migliaia di viaggiatori ed imprese.
“E ancora – conclude Gianni Rebecchi – la revisione porta con sé alcuni elementi inconciliabili con il sistema
del turismo. Ad esempio, non sarà più possibile per il turismo organizzato incassare l’intera somma del
viaggio fino a 28 giorni dalla partenza, quando i fornitori di servizi turistici richiedono ormai spesso il saldo immediato delle prenotazioni. Questo significherà che un’agenzia o un tour operator dovranno anticipare
i costi per la prenotazione dei servizi acquistati dal cliente: una situazione insostenibile per le piccole
e medie imprese che si troverebbero così a fare da banca al cliente”.
Articolo di Donatello Lorusso – Estratto dal IlGiornaledelTurismo.com